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Letteratura al femminile

“Se ha intenzione di scrivere romanzi, una donna deve possedere denaro e una stanza tutta per sé.” (Virginia Woolf, “Una stanza tutta per sé”, 1929)



Ancora oggi non è scontato che una donna abbia a disposizione una stanza tutta per sé in cui poter scrivere, e tanto meno lo era in passato: le donne, per tanto tempo, sono state escluse dall’ambito letterario e definite incapaci; le loro opere sminuite, non ritenute all’altezza di quelle scritte dagli uomini.

Ma nella storia, ci sono state donne che hanno scritto e sono andate oltre questi limiti a loro imposti dalla società. Già nell' Antica Grecia, Saffo compone versi autobiografici, che hanno come tema principale l’amore. Una stanza anche per Gaspara Stampa che scrive un Canzoniere, interamente dedicato alle gioie e alle angosce dell'amore: siamo nel Rinascimento. Nell’Ottocento Jane Austen e le sorelle Brontë trattano tematiche più complesse, tra cui il ruolo dei costumi e del denaro e le relazioni personali all’interno della società dell’epoca. Tuttavia esse sono costrette a pubblicare i loro romanzi utilizzando l’anonimato o pseudonimi maschili, dato che la società non accetta ancora che una donna possa scrivere di questi temi; è, infatti, solo durante i primi anni del Novecento che le scrittrici cominciano a ricevere riconoscimenti per le loro opere. Pochi anni dopo, Anna Achmatova, invece, usa coraggiosamente la poesia per denunciare gli orrori degli anni del governo staliniano, durante i quali si reca tutti i giorni fuori dal carcere dove è imprigionato il figlio Lev. L’autrice, nella prefazione di “Requiem”, scrive, riportando una conversazione avvenuta con una donna che ha incontrato davanti al carcere: - "Ma lei può descrivere questo? - Posso." L’autrice in questo modo dimostra che le donne sono in grado di raccontare non solo storie d’amore, ma possono anche diventare, con le loro opere, portavoce dei dolori e delle speranze di un’intera generazione di madri e mogli.

Il coraggio e la determinazione di queste scrittrici devono diventare una fonte d’ispirazione non solo per apprezzare il fatto che oggi, rispetto al passato, molte più donne hanno la possibilità di scrivere, ma anche per riflettere sul fatto che rimangono comunque una piccola parte privilegiata, perché molte di loro ancora non dispongono di una “stanza tutta per loro” dove poter scrivere. E sono loro quelle che più degli uomini si prendono cura - forse anche della pace.


Pessina(3^A), Bruschi(3^A), Belloni (3^A), Zazzali (3^A)

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